Dipartimento di Psicologia

Studio degli stati d'animo legati a dipinti

Il Dipartimento di Psicologia svolge alcune attività nel campo del Patrimonio Storico Artistico e Culturale, di interesse per il BiPAC.

Il gruppo di ricerca che fa capo ai professori Daniele Zavagno e Rossana Actis Grosso (Università degli Studi di Milano Bicocca), in collaborazione con la dottoressa Olga Daneyko (Università di Sheffield Hallam), sta creando una banca dati di volti tratti dalla storia dell’arte. Le immagini inserite nel database rappresentano opere d’arte pittoriche appartemnenti al periodo compresotra il 1200 e il 1800. Nello specifico, vengono inclusi volti umani caratterizzati da particolari espressioni emotive, come ad esempio la rabbia e la gioia. I dipinti originali vengono ottenuti principalmente consultando motori di ricerca di immagini di opere d’arte, tra cui la Web Gallery of Art e svariati siti di musei e blog riguardanti gli artisti. I dipinti interi vengono scelti prediligendo immagini ad alta risoluzione (dimensioni non inferiori a 2K) per garantire una risoluzione elevata anche nelle immagini finali, in modo da poter essere utilizzate in qualsiasi formato necessario. Una volta selezionato un dipinto, avviene una prima normalizzazione per mezzo del programma per il fotoritocco Adobe Photoshop. In questa prima fase, l’immagine viene ristretta ad il solo volto, racchiuso in un quadrato di 20x20 cm. Successivamente, sempre per mezzo del software, viene migliorata la nitidezza e limitata la sfocatura. Le immagini così standardizzate vengono infine raccolte in un database i cui possibili utilizzi sono molteplici e spaziano in diversi campi della psicologia, ma potrebbero tornare utili anche per richerche in storia dell’arte e della cultura.

Il gruppo di ricerca della prof.ssa Proverbio, presso il laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva si occupa della neuro estetica della musica, della semiotica della musica e delle arti visive, misurando l’attività cerebrale di osservatori durante l’ascolto di musica e l’apprezzamento di opere pittoriche, e combinando i dati neuro scientifici con valutazioni qualitative e questionari per la misurazione dell’apprezzamento estetico soggettivo. Occupandosi già di cinema e colonne sonore (per es., “Musica da film” Rai4, 2020) questo gruppo si è recentemente occupato del ruolo svolto dalla musica ambientale (o sottofondo musicale) sulla fruizione estetica di quadri in un ambiente museale, occupandosi sia dell’aspetto emotivo (esplorando le emozioni di gioia, relax, tristezza e paura, convogliate da quadri e musica) che dell’aspetto semantico. È stato appurato con metodi elettrofisiologici e comportamentali che la musica abbinata all’arte figurativa, oltre a modificare lo stato d’animo dell’osservatore, è anche in grado di trasmettere contenuti semantici distorcendo la fruizione dell’opera pittorica. Una musica d’ambiente semanticamente difforme/incongrua con il soggetto dell’arte pittorica (per struttura, stile o contenuto, vedi esempi di opere – olio su tela- in figura) riduce la comprensibilità del soggetto dell’opera. Maggiormente soggetti a questa contaminazione sono risultati essere le opere raffiguranti l’amore passionale, l’amore tragico o scene di gioco infantile.

Questi dati mettono in guardia dall’uso inappropriato e/o casuale della musica d’ambiente nelle mostre d’arte e nei musei.