Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra
Il Dipartimento ormai da anni lavora nell’ambito dei beni culturali, fondamentalmente su tre grandi linee di ricerca.
Nella prima linea il gruppo di ricerca di Chimica dell’Atmosfera e dei Beni culturali (Prof. Ezio Bolzacchini, Prof. Luca Ferrero e dott.ssa Alessandra Bigogno) si occupa, ormai da molti anni, della qualità dell’aria in ambito museale indoor e outdoor e gli effetti che i microinquinanti atmosferici, determinano sui beni culturali.
L’approccio adottato dalla scienza della conservazione è sempre più orientato verso la conservazione preventiva. Indispensabile è il monitoraggio ambientale dei microinquinanti indoor ma anche outdoor, sia in forma gassosa che particolata ma anche bioaerosol, unitamente alle condizioni di umidità e temperatura. In tale contesto, la presenza di un sistema di filtrazione dell’aria risulta fondamentale nell’abbattere l’inquinamento indoor. Ma anche negli ambiti museali che presentano sistemi di filtrazione i visitatori svolgono un ruolo di carrier e sorgente portando all’interno del museo microinquinanti sia in fase particolata che gassosa. La componente gassosa dell’atmosfera oltre ad avere effetti ossidativi può portare alla formazione di particolato di origine secondario anche in ambito indoor museale.
In questo contesto, oltre ai processi di annerimento dovuto al Black Carbon, i punti di deliquescenza e cristallizzazione del particolato atmosferico, dipendenti dalla composizione chimica del PM, sono responsabili del degrado di un bene culturale. Anche l’utilizzo di tappeti, teche protettive, giocano un ruolo importante e controverso.
Negli anni sono stati studiati il “Refettorio di Santa Maria delle Grazie” che ospita la celebre “Ultima Cena” di Leonardo, il “Museo del Novecento”, dove è collocato il dipinto “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Galleria Borghese con la scultura di “Apollo e Dafne” del Bernini, La Pietà Rondanini di Michelangelo ecc.
La seconda linea di ricerca condotta dal gruppo di Microbiologia (Prof. Andra Franzetti e Dr. PhD Isabella Gandolfi) si occupa degli aspetti microbici in ambito dei beni culturali, sia in ambienti indoor che outdoor.
I microrganismi aerodispersi si trovano normalmente associati al particolato atmosferico e ne costituiscono gran parte della frazione biologica. Normalmente la presenza dell’impianto di filtrazione per la rimozione del materiale particellato trattiene anche la frazione biologica. I visitatori però, fungono da trasportatori e introducono oltre al materiale particellato anche microrganismi aerodispersi. Le popolazioni microbiche aerodisperse si depositano nelle zone di accumulo di materiale particellato, sia sul sui beni culturali ma anche in altri punti dell’ambito museale. Esempio tipico il caso del Refettorio del Cenacolo Vinciano.
Attualmente la tipologia dei visitatori del Cenacolo Vinciano è a livello internazionale con l’apporto di un’alta varietà microbiologica nel Refettorio, ma probabilmente anche sull’ “Ultima Cena”. Partendo da questi presupposti sono stati effettuati campionamenti di materiale particellato presente in zone di accumulo. In particolare, sono stati raccolti campioni di polvere depositata su varie superfici nella sala del Refettorio che ospita il dipinto vinciano dell’Ultima Cena, nella sala d’attesa dove i visitatori del refettorio sostano prima dell’ingresso, nel chiostro. A partire dal DNA estratto dai campioni, la struttura delle comunità batteriche è stata caratterizzata mediante tecniche di sequenziamento massivo (Illumina).
Nella terza linea di ricerca il Gruppo di Chimica delle Componenti Lignocellulosiche (Prof. Marco Orlandi, Prof. Luca Zoia) è attivo da molti anni nel campo della caratterizzazione chimica e trattamento di legni archeologici.